Buone notizie per chi ama il verde ed ha deciso di sistemare il proprio giardino o balcone di casa. Con l’approvazione e conseguente pubblicazione della legge di bilancio 2018 è stata aggiunta una nuova voce alla lista delle spese detraibili. Si tratta appunto delle spese per la sistemazione di giardini, terrazzi e coperture sostenute da chi possiede o detiene l’immobile oggetto dell’intervento.
È interessante notare che per la prima volta è stata inserita in una legge di bilancio un’agevolazione che sostiene lo sviluppo e la diffusione del verde. La maggior parte delle detrazioni è inerente al mattone o alla sanità. Senza niente togliere a questi aspetti, un sostegno anche alle aeree verdi mancava, quindi ben vengano dei lavori e degli interventi per il recupero ed il miglioramento di ambienti scoperti, privati o condominiali.
Per il momento, il bonus verde si riferisce al 2018, quindi le spese sostenute si possono portare in detrazione con la dichiarazione dei redditi 2019 e beneficiarne fino al 2029. Sì perché come per il bonus arredi, la nuova agevolazione prevede un tetto massimo di spesa pari a 5.000 euro, una detrazione fissa del 36% e una ripartizione in 10 quote annuali di pari importo.
Si evince quindi che l’importo massimo recuperabile è di 1.800 euro per unità abitativa e, di conseguenza, l’importo massimo delle rate è di 180 euro per 10 anni.
Come già accennato, per beneficiarne occorre possedere o detenere l’immobile il cui balcone o giardino viene sistemato e rinnovato, e sostenere la spesa con un sistema di pagamento tracciabile, come i bonifici bancari o postali, gli assegni, bancomat o carte di credito. L’agenzia delle Entrate deve infatti avere traccia dei movimenti del denaro per accettare l’agevolazione. In definitiva, non si può pagare in contanti.
Infatti, insieme alla documentazione relativa al tipo di intervento posto in essere, ove si trova la descrizione dei lavori ed il nome dell’impresa che li ha eseguiti, si devono allegare la relativa fattura e le ricevute dei pagamenti. Che si decida di fare la dichiarazione dei redditi precompilata o di farla compilare da un professionista del settore, sia esso un caaf o uno studio commercialista, tutti questi documenti andranno custodi con attenzione per 15 anni. Questo perché il fisco ha 5 anni di tempo dall’ultima dichiarazione per effettuare delle verifiche; quindi, in caso di detrazioni che hanno una data stabilita, come appunto il bonus verde che ha una durata di 10 anni, si considera come ultimo anno utile per il calcolo dei 5 anni quello in cui si è beneficiato dell’ultima rata.
Ma vediamo quali sono nel dettaglio gli interventi recuperabili, che è ciò che alla fine conta di più. Riportando esattamente le parole dell’Agenzia dell’Entrate, si scopre che rientrano nel bonus verde 2018 le spese sostenute per:
– la sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione o realizzazione pozzi;
– realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili.
Ciò esclude quindi la manutenzione ordinaria dei giardini condominiali e non già preesistenti. La manutenzione ordinaria è agevolabile quando è correlata ad un intervento di quelli rientranti nel bonus, tra cui appunto la sistemazione a verde di un’area o la realizzazione di un giardino pensile.
Per quanto riguarda gli interventi su parti esterne e comuni relative ad un condominio, l’importo massimo detraibile è sempre 5.000 euro, importo che ciascun condomino che ha partecipato alla spesa potrà beneficiare nella misura della quota a lui imputabile.
Nel caso dei condomini, al momento della presentazione della richiesta ciascun abitante deve essere in pari con il pagamento della propria quota, pagamento che ha coma ultima data possibile, per il 2018, il 31 dicembre 2018.