Il compost è il concime naturale che si ottiene impiegando rifiuti biodegradabili di tipo organico, i quali possono essere umidi, come gli scarti alimentari, oppure secchi, come le foglie o anche la carta da cucina.
Ci teniamo a sottolineare l’importanza della dicitura da noi indicata, vale a dire rifiuti organici biodegradabili, in quanto molto spesso si fa confusione e si pensa che per fare il compost il requisito fondamentale sia la biodegradabilità. Quel che si deve sapere, quindi, è che l’aggettivo compostabile, cioè trasformabile nel concime naturale chiamato compost, non è sinonimo di biodegradabile. La differenza si rintraccia nel tempo di decomposizione: un prodotto è biodegradabile se arriva a decomporsi in misura pari o superiore al 90% in 6 mesi ed è considerato compostabile invece se si decompone in massimo 3 mesi.
Ma andiamo ora oltre alle definizioni, in quanto l’aspetto più importante riguarda come esse si traducono nella realtà e nella pratica. Dal momento in cui sono tante le persone che si adoperano per creare autonomamente il compost, talvolta commettendo qualche errore, si intravede l’esigenza di fare chiarezza e stilare dunque un elenco di ciò che può essere compostato e cosa invece deve essere evitato.
Lista dei rifiuti che possono essere compostati
– Foglie, sfalci d’erba, fiori recisi, piante appassite, scarti del giardino e dell’orto, rami e trucioli;
– fondi di caffè, scarti di frutta e verdura, pane raffermo o andato a male, filtri di tè, scarti alimentari cotti o crudi fatti a piccoli pezzi.
Per quanto riguarda gli scarti alimentari, cotti o crudi, suggeriamo di non esagerare con le bucce degli agrumi perché potrebbero rendere il compost molto acido, ma soprattutto di non esagerare con gli avanzi di pasta, riso, carne, pesce e salumi in quanto attirano moscini, parassiti e roditori e se non vengono coperti e mescolati bene con la terra potrebbero rendere maggiormente complessa la degradazione.
Lista dei rifiuti che non devono essere compostati
– Scarti di legno che è stato verniciato o trattato;
– rifiuti inorganici come sassi, carta o cartone con stampa a colori, filtri dell’aspirapolvere, stoffe.
Come creare un ottimo compost
Infine, è nostro interesse fornire qualche indicazione utile per permettere la creazione di un compost di qualità perché i soli rifiuti indicati non sono sufficienti a garantire un buon risultato, serve infatti avere qualche altro accorgimento che adesso ci accingiamo a presentare.
Iniziamo rispondendo ad una domanda che probabilmente vi state facendo, cioè qual è il posto ideale dove fare il compost? La risposta è semplice, in una compostiera, vale a dire in un cassonetto che può essere comprato già pronto all’uso o che può essere fatto anche da soli con tavole di legno e delle reti da alternare ai listelli sui lati; esse servono per far respirare il compost.
In alternativa, per fare il compost si può optare per il metodo del cumulo, che prevede di accumulare i rifiuti direttamente sul terreno, che può essere indistintamente quello di un orto oppure di un giardino. In questo caso la posizione ideale sarebbe all’ombra, magari sotto ad un albero che perde le foglie in inverno, così che in estate vi sia una sorta di protezione che evita al materiale di seccarsi.
Per quel che riguarda la preparazione vera e propria del compost si consiglia di non gettare i rifiuti a caso, bensì di rispettare la regola che vuole la creazione di strati alterni tra rifiuti organici e gli altri di tipo umido perché in questo modo si consente una migliore circolazione dell’aria. A favorire il passaggio dell’aria è soprattutto la base del compost, cioè il fondo: i primi rifiuti da accumulare sono quindi gli scarti della potatura, come cortecce, trucioli e piccoli rami. Lo strato successivo deve invece essere formato da scarti secchi come foglie e paglia; il terzo da sfalci d’erba e residui alimentari ed in ultimo, vale a dire lo strato di chiusura, deve esser dato nuovamente da rifiuti di tipo secco, mescolati questa volta con del terreno.
Il primo mese il compost dovrebbe essere mescolato con un forcone ogni 15 giorni, vale a dire 2 volte al mese, poi l’intervallo può aumentare, e si può rivoltare il materiale ogni 20-25 giorni. Non vi è una regola ferrea, ma è importante ricordarsi di compiere quest’operazione per evitare che il compost marcisca ed emani cattivi odori. Infatti, il compost non genera cattivi odori, quando i rifiuti si stanno decomponendo correttamente si percepisce il tipico profumo del sottobosco, che diventa più intenso quando il compost è pronto. Oltre ad annaffiare regolarmente il compost, evitando però che diventi eccessivamente bagnato, è importante sapere riconoscere quando esso è maturo e pronto per essere utilizzato come fertilizzante naturale, cosa che solitamente avviene dopo circa 9 mesi. Il compost maturo, come abbiamo detto, ha un buon odore che ricorda il terriccio di bosco, e si presenta di colore scuro; la sua consistenza è soffice e non si distinguono più i differenti materiali di partenza in quanto decomposti.