I fitofarmaci sono prodotti che servono a combattere le malattie e gestire tutti i problemi che possono colpire le piante: malattie infettive, attacchi di parassiti, di insetti fitofagi e piante infestanti, alterazioni dovute ad avverse condizioni ambientali, come eventi climatici o sostanze presenti, o assenti, nel terreno. I fitofarmaci possono essere chimici o naturali e sono denominati anche agrofarmaci, fitosanitari o pesticidi. Questi prodotti, se utilizzati correttamente, hanno lo scopo di proteggere le piante e garantirne un sano sviluppo e svolgono un ruolo determinante in agricoltura per raggiungere alti livelli di rendimento sia in termini di qualità sia in termini di quantità. I prodotti fitosanitari di sintesi, che sono i più diffusi, hanno una notevole efficacia ma anche un elevato grado di tossicità, sia nell’impiego diretto sia in forma di residui, e possono provocare effetti negativi a breve e lungo termine sulla salute dell’uomo, degli animali e su tutto l’ambiente. Per questo sono nate negli anni una serie di direttive che definiscono modalità e limiti del loro utilizzo e promuovono sistemi di lotta biologica e integrata.
Categorie di fitofarmaci in base alla funzione
Ad ogni tipo di problema delle piante corrisponde la categoria di fitofarmaci appropriata. Fra queste le più comuni sono:
gli anticrittogamici, utili a contrastare le malattie causate da funghi e batteri, come ad esempio la peronospera, la bolla del pesco, la ruggine o il mal bianco;
gli insetticidi, acaricidi, nematocidi, efficaci contro acari, nematodi, e insetti nocivi, come la cocciniglia, gli afidi o pidocchi delle piante, la cavolaia e molti altri;
i diserbanti e gli erbicidi, che combattono le piante infestanti, come per esempio la gramigna, l’erba morella, il sorghetto;
i fitoregolatori, ormoni vegetali impiegati per regolare i processi fisiologici delle piante, come lo sviluppo e la maturazione dei frutti, la fioritura e la radicazione;
i radicanti e brachizzanti, sempre ormoni, indicati i primi per favorire la proliferazione di radici da talee, e i secondi per rallentare la crescita delle piante, in modo da ridurne la dimensione per migliorarne la robustezza e l’attività produttiva.
Composizione, formulazione, modalità di impiego
I fitofarmaci sono preparati formati da miscele composte dal principio attivo e altre sostanze che possono potenziarne gli effetti o avere a loro volta proprietà fitosanitarie. L’unione di queste sostanze forma il prodotto finale, che può presentarsi in diversi formati: liquido, gassoso, granulare, in polvere, ecc. Queste formulazioni possono essere utilizzabili così come sono o necessitare di diluizione in acqua prima dell’uso. La distribuzione degli agrofarmaci può avvenire irrorando il fogliame o le chiome, utilizzando l’acqua di irrigazione, introducendoli nel terreno, o, con le apposite procedure, immettendoli direttamente nelle piante stesse. Questi prodotti vanno utilizzati seguendo precise norme di prudenza e il loro impiego, cosi come il loro acquisto, il trasporto, la conservazione, è regolamentato con precisione e per chi ne fa uso professionale è d’obbligo un patentino, che viene rilasciato solo dopo aver frequentato un corso specifico.
Etichettatura
Anche l’etichettatura è disciplinata in maniera scrupolosa, e comporta molti obblighi per i produttori ed è ricca di informazioni per l’utilizzatore. Vi si trovano indicate la composizione e la formulazione del prodotto, avvisi di tipo medico, la tossicità per l’operatore, gli effetti sull’ambiente, le caratteristiche tecniche, la compatibilità con altri fitosanitari, altri tipi di rischi, e infine le indicazioni delle colture e delle problematiche per le quali è stato autorizzato e i corretti dosaggi.
Tossicità
Tanto rigore è reso necessario dalla elevata tossicità dei fitosanitari e un uso improprio può causare seri danni alla salute umana e animale e all’ecosistema. Questi prodotti hanno un grande impatto sulle caratteristiche del suolo e di tutto l’ambiente e alcuni residui possono contaminare le acque, sia in superficie che in profondità, con i pericoli che questo comporta. Inoltre, a causa del dilavamento dei terreni dovuto alla pioggia, possono finire nelle acque dei fiumi e dei mari. Negli anni quindi, norme e direttive comunitarie e nazionali si sono susseguite per ridurrne i rischi, regolamentandone l’uso e fissandone i limiti di concentrazione in frutta, verdura e cereali.
Norme per uso professionale
Chi acquista, ma anche chi soltanto utilizza i fitofarmaci a livello professionale deve obbligatoriamente essere in possesso del patentino, il “certificato di abilitazione all’acquisto e all’utilizzo dei prodotti fitosanitari”, rilasciato dai Servizi Territoriali Agricoltura, Caccia e Pesca della zona di competenza. Per ottenerlo occorre frequentare un corso e superare un esame finale. Terminato il corso occorre presentare domanda di rilascio all’Ente preposto. Per il rinnovo, che avviene ogni cinque anni, è necessario frequentare un ulteriore corso di aggiornamento e presentare la relativa domanda. Lo scopo è che il possessore divenga pienamente consapevole dei possibili pericoli derivanti dall’acquisto, la conservazione e l’uso dei fitofarmaci con l’obiettivo di ridurre i rischi di questi prodotti sulla salute umana e sull’ecosistema. Per chi non è in regola sono previste pesanti sanzioni amministrative. L’utilizzatore professionale è anche obbligato all’uso di idonei “Dispositivi di Protezione Individuale” (D.P.I.), studiati appositamente per la tutela della salute dell’operatore.
Fitofarmaci per uso domestico o non professionale
In questa fascia rientrano i prodotti utilizzati su piante coltivate a livello amatoriale, in appartamento, balcone o giardino privato, come le piante ornamentali o da fiore. A seguito di un recente decreto, emesso a maggio 2018, sono state ulteriormente puntualizzate le caratteristiche che devono avere i fitofarmaci destinati a quest’uso, ispirate ancor più alla prudenza, in quanto un utilizzatore non professionale non ha obbligo di patentino, e quindi di formazione, per cui può non essere a conoscenza delle potenziali ripercussioni negative derivanti dall’uso dei fitosanitari sulla salute dell’uomo e sull’ambiente. I prodotti di questa categoria sono stati suddivisi in due tipi: per piante ornamentali e per piante edibili. La confezione deve riportare esplicitamente la scritta “prodotto destinato a utilizzatori non professionali”. Accanto al nome commerciale, i prodotti per piante ornamentali recano la sigla “PFnPO”, quelli per piante edibili la sigla “PFnPE”. La vendita dei prodotti ha modalità diverse: libera vendita per quelli per piante ornamentali; assistita, tramite personale qualificato o cartelloni che informano chiaramente il pubblico dei rischi connessi all’uso, per quelli per piante edibili; con certificato, solo per alcuni specifici prodotti.
La lotta integrata
Per ridurre in modo consistente l’uso di fitofarmaci si è sviluppata la lotta integrata che sfrutta gli organismi viventi e i fattori ambientali che regolano gli ecosistemi a proprio vantaggio, intervenendo in modo da ottenere il risultato desiderato. Il suo obiettivo è quello di contenere gli elementi nocivi entro dei limiti stabiliti tali da non creare danno. Alcune delle tecniche usate sono il contrasto agli insetti dannosi inducendo confusione sessuale, tramite l’uso di diffusori di feromoni; l’utilizzo di fitofarmaci mirati solo ad alcuni insetti; l’immissione di maschi sterili nell’ambiente in modo da impedire la riproduzione delle specie pericolose. I limiti della lotta integrata sono i costi elevati e la necessità di un’assistenza tecnica molto qualificata per ottenere risultati significativi.
Alternative: l’agricoltura biologica
L’alternativa all’uso di fitofarmaci chimici è l’agricoltura biologica che nei metodi di coltivazione riconosce solamente l’utilizzo di sotanze naturali ed esclude quelle chimiche e gli ogm, evita lo sfruttamento esagerato delle risorse naturali, promuove la biodiversità, rispetta l’ecosistema. Per proteggere le colture quindi ammette solo fitofarmaci naturali e tradizionali, utilizza la lotta biologica, che consiste nell’inserimento nell’ambiente di predatori naturali degli insetti nocivi, pratica la rotazione delle colture, così da migliorare la struttura e la sostanza organica del terreno a tutto beneficio della salute dell’uomo e dell’ambiente.