Chiunque, se gli viene chiesto di pensare ad una florida pianta o ad un rigoglioso vaso di fiori, immaginerà il tipico vaso all’interno del quale si trova della terra e di conseguenza la pianta. Non tutti, infatti, conoscono l’idrocoltura e non è certo il metodo più tradizionale di coltivare. Con l’idrocoltura, la coltivazione avviene esclusivamente con l’acqua, escludendo del tutto il terriccio. Questo metodo ha molteplici vantaggi: non solo offre grandi soddisfazioni estetiche, ma è anche molto semplice rispetto alla coltivazione tradizionale. In più, con l’idrocoltura, le nostre piante necessiteranno di molte cure in meno, poiché non bisognerà concimare il terreno e sarà estremamente ridotto il tempo dedicato all’innaffiamento.
È fondamentale sapere, però, che per ottenere risultati soddisfacenti con la pratica dell’idrocoltura non si può improvvisare, quindi prima di iniziare è necessario informarsi attentamente e nel dettaglio e seguire alla lettera le istruzioni apprese. Vediamo, allora, in linea generale quali sono le regole basilari dell’idrocoltura, quali sono gli strumenti fondamentali per praticarla, quali sono le piante più adatte a questo metodo di coltivazione e i vantaggi rispetto alla tipica coltivazione con il terriccio.
Innanzitutto bisogna chiarire che non tutte le piante rispondono bene a questo tipo di coltivazione. Quelle più adatte sono, generalmente, le tipiche piante domestiche a foglia verde, come il Ficus. Questo non esclude però la possibilità di coltivare piante floreali, come l’Ibisco, che potranno crescere belle e rigogliose anche tramite l’idrocoltura. Per quanto riguarda le piante grasse e le bulbose il discorso è più complesso: non è del tutto impossibile coltivarle con questa metodologia, ma si tratta di un procedimento adatto solo ai più attenti e ai più esperti poiché la grande quantità di acqua può creare grandi problemi a questo tipo di piante, causandone spesso la morte; nel caso dei bulbi, ad esempio, è fondamentale immergere nell’acqua esclusivamente le radici e non tutto il bulbo, al fine di evitare che marcisca.
In secondo luogo, è di cruciale importanza procurarsi vasi e attrezzature adeguati e specifici. I vasi per l’idrocoltura, infatti, non sono contenitori qualsiasi. Sono dotati di un particolare scomparto in cui inserire il materiale di riempimento e di un metro di misurazione che ci indica il livello dell’acqua presente nel vaso.
Tale strumento di misurazione dell’acqua è davvero di grande importanza in quanto è molto controproducente riempire ad occhio il contenitore. Vi sono regole rigide ma molto facili da seguire riguardo la quantità d’acqua per le quali è sufficiente informarsi online o presso il vivaio in cui si effettuano gli acquisti. In linea di massima è sufficiente tenere presente che le tacche indicate sul misuratore si riferiscono ai tre livelli generali possibili (minimo, massimo e intermedio) e, in caso d’incertezza, l’ideale è sempre optare per il livello medio. Man mano noterete che l’acqua, assorbita delle radici della pianta, diminuirà. Quando il livello sarà sceso al di sotto del minimo sarà il momento di rabboccare l’acqua nel vaso. Se prevedete lunghe assenza, senza abusarne, potete eventualmente optare per un riempimento fino al massimo indicato dalle tacchette del misuratore.
Per quel che concerne il materiale di riempimento, è generalmente costituito dall’argilla espansa, un materiale granuloso e molto leggero, pulito e privo di qualsiasi odore. A differenza della terra, inoltre, che se mal gestita può opprimere la parte interrata della pianta, con l’idrocoltura non vi è alcun tipo di compressione. Offrendo, poi, alle radici tutto lo spazio utile a svilupparsi e respirare meglio. L’argilla espansa, infatti, grazie alla sua porosità è perfettamente drenante e ciò permette una migliore distribuzione dell’acqua evitando alla pianta di marcire, con tutto ciò che di negativo ne consegue.
Sarà, infine, necessario un secondo contenitore più grande in cui verrà apposto il primo vaso contenente l’argilla espansa. Qui, poi, apporrete anche l’acqua e i nutrienti necessari alla pianta per crescere sana e bella. L’assenza della terra, infatti, non deve assolutamente significare l’assenza delle sostanze nutrienti, altrimenti la nostra pianta non sarebbe in grado di sopravvivere a lungo. Ricordate, anzi, di scegliere con grande cura il concime migliore per alimentare la vostra pianta.
La coltivazione esclusivamente in acqua eviterà alla pianta di assimilare parassiti e batteri che potrebbero danneggiarla, come invece avviene nelle coltivazioni a terriccio, mettendo comunque le radici in condizione di assorbire il nutrimento e rilasciarlo poco a poco. Proprio per questo, talvolta, l’idrocoltura è utilizzata nelle coltivazioni commerciali di prodotti alimentari, evitando così il rischio di sporcizia e la presenza di germi e parassiti.
Ora che tutte le nozioni di base sull’idrocoltura sono state chiarite, non resta che passare alla pratica. Sarà sufficiente recarsi presso il vostro vivaio di fiducia, magari lasciandovi guidare e consigliare dagli esperti del settore, e scegliere con quali piante iniziare a praticare l’idrocoltura. Seguendo con attenzione questa guida e informandovi meglio riguardo le peculiarità delle piante da voi scelte non avrete difficoltà e otterrete presto grandi soddisfazioni con minori sforzi rispetto alle coltivazioni tradizionali.